Io voto NO!

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La storia dell’umanità insegna che in ogni epoca c’è sempre stato il desiderio di qualcuno di poter dominare sui popoli. Pensiamo ai tanti imperi succedutisi nel tempo come, ad esempio, quello romano, cinese, ottomano, russo, spagnolo, britannico fino ad arrivare agli USA e alle poche famiglie che, da qualche secolo, detengono il potere economico globale.
In milioni sono morti per appagare le smanie di dominio di pochi, anzi, pochissimi!
Oggi, però, i paesi cosiddetti civili, non si conquistano più con le guerre, ma con la moneta, meglio se virtuale e creata dal nulla. Oggi, le grandi multinazionali che appartengono a queste famiglie tentano di disintegrare i confini geografici per imporre il loro volere imperialistico.
Ma se non sono più gli eserciti a poter e dover difendere i confini e le prerogative dello Stato – in una parola: la SOVRANITA’ – chi può e deve farlo?
La legge!!!
Per questo i poteri finanziari hanno architettato le più subdole trame per soggiogare i popoli tramite le loro stesse leggi e il denaro, sfruttando e sottopagando il lavoro della gente.
Dopo un processo lungo 50 anni, nel 2003, la mefistofelica UE, ultima ed attuale espressione dei masnadieri comunitari, stava per portare a termine il progetto della Costituzione europea, un progetto che, in soldoni, avrebbe reso le varie costituzioni nazionali degli orpelli da museo storico.
Pertanto, un primo attacco alla nostra Costituzione c’è già stato!
Solo grazie alla opposizione del popolo francese e di quello dei Paesi Bassi il progetto di Costituzione europea è fortunatamente fallito. In queste due Nazioni, come anche in altre, si tennero dei referendum popolari per la ratifica, ma in queste due il NO prevalse e i loro governi si trovarono con le mani legate dai cittadini, questa volta!
Naturalmente i poteri forti, inizialmente spiazzati da questo insuccesso, si riorganizzarono fino a surrogare questa abortita Costituzione europea con il Trattato di Lisbona entrato in vigore il 1° dicembre 2009 con tutte le sue stramaledette implicazioni politiche e, soprattutto, economiche.
Quando pensate al referendum costituzionale di oggi non fate l’errore di slegarlo da tutte queste implicazioni esterne: è tutto collegato!
Quando sentite dire che questa o quella manovra, questa o quella riforma costituzionale è ben vista dai mercati, drizzate le orecchie!
Mettetevi sul chi va là!
Perché i mercati curano solo i loro interessi che sono sempre contrapposti a quelli dei lavoratori! Meno garanzie per i lavoratori sono un buon incentivo per fare investire capitali ai “nuovi negrieri” e far eccitare il mercato come gli squali col sangue!
La nostra Costituzione, e le leggi che fino ad un trentennio fa ne sono scaturite, è considerata dai mercati troppo socialista e troppo garantista coi lavoratori. Pertanto va riformata altrimenti il mercato non è contento e investe dove ci sono meno garanzie per i lavoratori!
Così, con questa riforma, si indebolisce la nostra Costituzione, volutamente rigida per via del suo articolo 138, permettendo un tale accentramento di potere nelle mani dei prossimi governi da consentire con più facilità ulteriori “ritocchi” – magari ai “PRINCIPI FONDAMENTALI” e ai “DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI” – sulla Carta costituzionale; fino a replicare – corsi e ricorsi storici – l’epilogo dello Statuto albertino, che avendo mera forza di legge, fu dalla stessa cambiato a piacimento del legislatore fino ad essere svuotato di ogni garanzia e significato.
Oggi i mercati e l’alta finanza vogliono questo: distruggere quel residuo di sovranità (che con una fallace interpretazione iper-estensiva dell’art.11 ha dato copertura costituzionale all’ingresso dell’Italia nella Comunità europea) rimasta e mangiarsi i lavoratori e i loro diritti.
Ma non solo! Vogliono mettere le mani sulle imprese di pubblica utilità (acqua, gas, elettricità e varie forme di energia), che valgono un sacco di soldi, togliendo di mezzo ogni controllo da parte dello Stato. E per farlo hanno bisogno di queste “riforme” e di altre riforme che – tranquilli – proveranno ad introdurre.
Io poche parole: vogliono privatizzare tutto!
C’è chi dice che per farlo non hanno bisogno del nostro voto!
Che per loro, che vinca il Sì o vinca il NO, è indifferente.
Ma non è così!
La legittimazione del voto è necessaria perché è tramite questo e la sua presunta rappresentatività che il potere statale, oggi anche e soprattutto europeo, può imporre le proprie decisioni con la forza e se necessario con la violenza.
Le nostre singole decisioni, è vero, non contano niente. Ma quando vengono messe insieme e generano grandi numeri, contano eccome!
Altrimenti che senso avrebbe manipolarci con le false informazioni dei media? Altrimenti perché il presidente del consiglio si sta spendendo su tutte le tv possibili per ottenebrarci il giudizio col le sue esibizioni?
Quando chiedo alla mia coscienza perché non voterò Sì, posso enucleare i seguenti motivi:
1- È una riforma nefasta che porterà ancora più confusione di quella che già c’è, e nella confusione i “furfanti” si muovono meglio!
2- E’ una riforma che accentra il potere nelle mani del governo, sottraendo alle opposizioni e agli enti territoriali strumenti di garanzia e di controllo.
3- È una riforma che va a favore dei poteri forti e non del popolo!
4- È una riforma che elimina il bicameralismo perfetto e non il bicameralismo!
5- È una riforma che, in barba alle loro dichiarate intenzioni, potrebbe rendere ancora più ingovernabile il Paese, per via della “carnevalesca” ed ermetica composizione del Senato a “geometria variabile”…
6- È una stupidaggine dire che: “è vero che la riforma non è buona ma almeno è un inizio, che poi verrà perfezionata”.
7- È da masochista dire che: “finora è sempre rimasto tutto uguale, vediamo cosa succede”.
8- È da ciechi dire che: “è comunque ora di cambiare”. Perché i cambiamenti occorrono, ma non in peggio!
9- È poco democratica la cosiddetta “clausola di supremazia”, per mezzo della quale lo Stato centrale può dire l’ultima parola su qualsiasi questione!
10- Essendo io pugliese, fin da bambino, so cosa vuol dire vivere col timore che mi piazzino dietro casa una centrale nucleare! Con questa riforma, grazie alla famigerata “clausola di supremazia”, le Regioni e gli altri Enti locali non avranno alcuna possibilità di sindacare e contrastare la volontà dello Stato e del governo, i quali, con un atto di imperio, potranno imporre senza se e senza ma la loro infausta volontà.
11- Stessa cosa dicasi per casi analoghi allo sradicamento/assassinio (passatemi il termine) dei nostri ulivi secolari: nessuna possibilità di contrasto di fronte ad una “clausola di supremazia”!
Quando chiedo alla mia coscienza perché voterò NO, posso enucleare i seguenti motivi:
1- Per tutte le ragione già sopra illustrate!
2- Perché non posso riporre alcuna fiducia in chi ha distrutto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
3- Perché il “job acts” e il contratto a garanzie crescenti rappresentano una nuova forma di schiavitù del lavoratore.
4- Perché la “buona scuola” lo è solo nel nome!
5- Perché non voglio che sindaci e consiglieri vari, quali senatori dopolavoristi, beneficino delle guarentigie di impunità parlamentari.
6- Perché non voglio aderire ad una riforma dettata dall’alta finanza, dalle grandi banche mondiali e dalle varie e infami agenzie di rating.
7- Perché la maggioranza delle proposte del presidente del consiglio sono state fumo negli occhi della pubblica opinione: diminuzione e vendita auto blu, il pagamento entro congrui termini dei debiti verso le imprese, la falsa diminuzione della pressione fiscale, le inesistenti misure a tutela di esodati e pensionati, la “muta” che farà equitalia cambiando camicia come i serpenti.
Attenzione, anche nel benaugurato caso che vinca il NO, i poteri forti, pur consapevoli di subire uno stop ai loro intenti, stanno già preparando un piano B che difficilmente contempererà un ulteriore sostegno all’attuale presidente del consiglio.
Premeranno per trovare un nuovo volto per ripartire coi loro piani.
Sta a noi informarci e stare in campana.
Saluti a tutti.
Io voto NO!

Paolo Piccione

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