Maduro vs Guaidò

Sarebbe bello riuscire a capire chi sono i “buoni” e chi i “cattivi”.

Si potrebbe così, facilmente e senza dubbi, prendere posizione.

Purtroppo, però, la realtà è molto più complessa e per capirci qualcosa, senza alcuna pretesa di esserci davvero riusciti, più che buoni e cattivi è necessario individuare gli “interessi” che muovono i vari attori in un definito scenario.

Analizziamo, ad esempio, la situazione del Venezuela.

Da una parte abbiamo Maduro, il successore di Chávez, che, in continuità col suo mentore, ha dato seguito ad regime sostanzialmente dittatoriale, “nobilitandolo” ideologicamente quale baluardo contro la “dittatura economica e capitalistica” degli USA.  Maduro, però, grottesca copia del suo predecessore, ha ridotto alla miseria il suo popolo, condannandolo alla fame e alla impossibilità di reperire i farmaci più comuni.

Dall’altra abbiamo Guaidò, oppositore prima di Chávez e poi di Maduro, il quale, avendo trovato potenti supporti esterni e terreno fertile nella manifesta inettitudine del secondo, si è autoproclamato presidente del Venezuela “ad interim”.

Poi abbiamo la Russia e la Cina, sponsor di Maduro, desiderosi di continuare a conservare l’attuale influenza che esercitano su questo Paese.

Poi abbiamo coloro che, negli anni, coi loro embarghi, hanno fortemente contribuito, insieme al regime bolivariano, a mettere alla fame il popolo venezuelano che ora vorrebbero “aiutare”, cioè gli USA, sponsor di Guaidò, bramosi, in realtà, di estendere finalmente la loro influenza anche su questo Paese, mettendo quanto prima le mani sulle enormi ricchezze presenti nel suo sottosuolo e piazzando sul territorio qualche loro banca.

In mezzo a questi interessi, tra incudine e martello, come sempre, c’è il popolo: affamato, senza medicine e senza futuro.

Difficile in questo contesto individuare buoni e cattivi… o meglio: mentre di cattivi ce ne sono in abbondanza, è difficile individuare i buoni. Forse è più facile scorgere vittime ed interessi individuali e di parte.

Presumo, però, che per un padre di famiglia, che veda i propri cari morire di fame e di malattia, i cattivi siano coloro che gli impongono una “dittatura amara” di stampo comunista che gli nega tutto.

Mentre i buoni, da questa prospettiva, potrebbero essere coloro che, mediante una “dittatura dolce” di stampo liberistico  e capitalista, quanto meno gli consentirebbero di avere cibo e medicine per curarsi.

In questo secondo caso, pur abdicando comunque a parte della propria libertà, il padre di famiglia ed i propri cari, vivendo una esistenza più dignitosa, diverrebbero uno degli infiniti e minuscoli ingranaggi che apportano enormi ricchezze alla solita élite del capitalismo mondiale imperante.

Gli USA ringhiano di un possibile intervento armato contro Maduro ed a sostegno di Guaidò e della democrazia che “amano tanto” esportare in ogni dove.

Sappiamo bene, tuttavia, che se il Venezuela non fosse uno scrigno di immense ricchezze, relativamente alle sue sorti ed a quelle del suo popolo, non ci sarebbe tutto questo interesse internazionale.

O sbaglio?

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